Scene da una terra di confine: Il riso, il ricordo e il rimpianto nel teatro dialettale triestino

Main Article Content

Donatella Fischer

Abstract

Nel quadro del teatro italiano nazionale, il teatro dialettale triestino occupa una posizione estremamente marginale. Contrariamente, per esempio, al teatro napoletano di Eduardo De Filippo, che entrò in pochi decenni nel canone del teatro italiano (soprattutto a partire da Natale in casa Cupiello e con le opere della Cantata dei giorni dispari), il teatro dialettale triestino è restato un genere a sé stante, non ampiamente conosciuto in Italia e molto poco conosciuto all'estero. Eppure, per comprendere l'ecletticità del teatro italiano dove le tradizioni regionali offrono esempi ricchissimi e complessi di forme teatrali che sono lo specchio di culture altrettanto complesse, è fondamentale talvolta staccarsi dal canone ed addentrarsi in queste realtà particolari e troppo spesso adombrate proprio dal peso del 'canone'. Con quest'articolo vorrei richiamare l'attenzione ad alcuni esempi e aspetti del teatro dialettale triestino sperando ciò contribuisca a far comprendere non solo la sua originalità ma il suo contributo al panorama più ampio del teatro italiano.

Article Details

How to Cite
Fischer, D. (2016). Scene da una terra di confine: Il riso, il ricordo e il rimpianto nel teatro dialettale triestino. Spunti E Ricerche, 25, 30–51. Retrieved from https://www.spuntiericerche.com/index.php/spuntiericerche/article/view/568
Section
Articles