Dante e Matelda nell’<i>Eden</i> perduto

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Marcella Di Franco

Abstract

Il saggio si propone di indagare il senso più autentico e profondo dell’incontro tra Dante e Matelda nel Paradiso terrestre assegnato da Dio agli uomini come loro dimora originaria. Al di là di ogni opinabile identificazione storica, Matelda è una figura femminile complessa e misteriosa che racchiude in sé molteplici sfaccettature simboliche. Intermediaria tra Virgilio e Beatrice, tra la Scienza umana e la Scienza divina, nel senso di Mathesis, è allegoria dello stato di primigenia innocenza umana, la sola che può ricondurre l’uomo verso la felicità originaria cui allude anche il suo nome, un senhal, la cui lettura palindromica, ad laetam, rinvia alla letizia dell’anima, declinata nei secoli precedenti nel mito pagano dell’età dell’oro. Matelda in ultima analisi è l’immagine riflessa dello stesso viaggio di Dante, itinerarium mentis in Deum, metafora del faticoso transitus dell’anima dall’oscurità e dalla cecità del mondo verso la luce suprema, attraverso un lento processo metafisico di ascesi e di ricongiunzione a quell’unico Dio-Amore che non conosce la caducità dell’effimero.<br>
<b>English Abstract</b>: This essay aims to investigate the most authentic and profound meaning of the encounter between Dante and Matelda in the Earthly Paradise assigned by God to men as their original home. Beyond any debatable historical identification, Matelda is a complex and mysterious female figure who encompasses multiple symbolic facets. An intermediary between Virgil and Beatrice, between human Science and revealed Science, in the sense of Mathesis, she is an allegory of the state of primordial human innocence, the only one that can lead man back to the primordial happiness to which her name alludes, a senhal, whose palindromic reading, ad laetam, refers to the original joy of the soul, declined in previous centuries in the pagan myth of the Golden Age. Matelda, in the final analysis, is the reflected image of the same journey by Dante, itinerarium mentis in Deum, a metaphor for the soul’s laborious transitus from the darkness and blindness of the world towards the supreme light, through a slow metaphysical process of asceticism and reunion with the one God-Love who does not know ephemeral transience.

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How to Cite
Di Franco, M. (2022). Dante e Matelda nell’<i>Eden</i> perduto. Spunti E Ricerche, 36, 53–78. Retrieved from https://www.spuntiericerche.com/index.php/spuntiericerche/article/view/726
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